Negli ultimi sette anni Marcus Neustetter si è concentrato sul tema dello “sguardo verticale”, un’indagine artistica nel mondo dell’astronomia e dell’archeologia, che ha preso forma attraverso una serie di mostre fotografiche, schizzi, installazioni e sculture, interventi, disegni di luce, eventi performativi e progetti socialmente impegnati.
Per Neustetter, lo “sguardo verticale” consiste nell’atto del guardare, che può essere indifferentemente rivolto verso l’alto, nella direzione di un cielo notturno, o in basso, verso gli abissi della terra. Un atto di osservazione attenta e intensa che suggerisce all’osservatore una molteplicità di risposte e un numero ancor più elevato di domande. È proprio l’atto del guardare a indurre Neustetter a lavorare, nei suoi progetti artistici, a stretto contatto con archeologi e astronomi, osservandoli mentre acquisiscono conoscenze sempre più approfondite del tempo e dello spazio. La loro attività di ricerca guarda indietro nel tempo e ricostruisce la Storia. Le particelle di luce in movimento o gli oggetti sepolti nelle profondità della terra recano traccia del nostro passato e, al tempo stesso, guardano al nostro futuro.
In archeologia, “la ‘materia’ che si trova in mezzo o intorno agli artefatti in uno scavo archeologico è denominata ‘matrice’. Ogni cosa è parte del contesto, senza il quale un ‘reperto’ è privo di significato. Proprio come nella musica, dove sono i silenzi o le pause fra le note a dare senso alla melodia”. Sven Ouzman
Lo spazio e la materia che compone gli interstizi non sono entità sconosciute, ma contengono informazioni essenziali per comprendere ciò che è in situ. I materiali di scarto, le macerie, i rifiuti (prodotti dalle operazioni di setaccio e di selezione) recano in sé tracce fondamentali per la comprensione del contesto spaziale e temporale. L’atto dello scavare non è mai un atto di distruzione, ma di dislocamento. Allo stesso modo, i materiali di scarto o i detriti prodotti nella costruzione di un artefatto sono indicativi del processo di concettualizzazione e creazione dello stesso. Se analizzati, tali materiali mostrano come lo spazio negativo, o lo spazio “tra” le cose, sia tanto significativo, per la comprensione del contesto, quanto l’oggetto in sé.
Il dislocamento dei detriti, gli spazi negativi e gli elementi interstiziali costituiscono il centro d’interesse principale per Marcus Neustetter, che esplora le caverne e gli scavi archeologici della “Culla dell’umanità” in Sudafrica, allestendovi le postazioni dalle quali conduce le sue attività di osservazione. La collocazione di tali postazioni varia dall’osservatorio astronomico di Sutherland al cuore di Johannesburg. Ciò che affascina Neustetter è lo sguardo verticale, non importa se diretto verso le stelle o verso la superficie terrestre. Una fascinazione che lo spinge a ricercare nuovi luoghi all’interno della Culla dell’umanità, ad esplorare spazi di osservazione e di contemplazione, ispirandosi ai ricchi strati delle formazioni rocciose di stromatolite, alle numerose caverne della zona e alla possibilità, ancora esistente, di scoprire nuovi elementi del nostro passato. Nelle intenzioni dell’artista, il progetto di sviluppo delle postazioni di osservazione coesiste con gli scavi archeologici e con le esplorazioni del territorio, esaltandone la ricchezza e alimentando il discorso intellettuale intorno alla scienza della paleontologia e alla ricerca dell’arte. La loro presenza all’interno di questo spazio punta a sollevare una domanda: dove si colloca la nostra esistenza tra i misteri dell’astronomia e le incognite dell’archeologia?
Nella serie di Moleskine dal titolo Lo sguardo verticale (La Culla dell’umanità, Sudafrica), in continua evoluzione, i taccuini che accolgono i disegni di Neustetter divengono l’elemento di connessione tra questi due spazi. Egli ne ritaglia l’interno come se stesse conducendo uno scavo o esplorando le profondità di una caverna o di un cielo notturno, alla scoperta di ciò che si nasconde nei loro abissi, negli interstizi, nel vuoto che l’immaginazione dell’artista tende a riempire.
(Johannesburg, Sudafrica, 1976) Vive e lavora a Johannesburg, Sudafrica
Marcus Neustetter è un attivista e produttore di Johannesburg. Attraverso le sue creazioni e i suoi progetti di collaborazione, egli riflette con sguardo critico e ironico sul contesto sociale nel quale opera. La sua strategia consiste nel creare, giocare e sperimentare con spirito dinamico, costruendo nuove occasioni per indagare, riflettere, provocare. La sua opera è parte integrante del processo che la genera e si colloca al confine tra arte, scienza e tecnologia, secondo un approccio multidisciplinare che permea tutta la sua produzione artistica, dai disegni tradizionali alle installazioni permanenti e temporanee, dagli interventi realizzati con cellulari o in ambienti virtuali a progetti socialmente impegnati a livello internazionale.
Negli ultimi dieci anni, Marcus Neustetter ha continuato a creare e ad esporre le sue opere, contribuendo attivamente, insieme a Stephen Hobbs, alla realizzazione di progetti artistici come The Gallery Premises,The Trinity Session e al sodalizio Hobbs/Neustetter (www.onair.co.za).