E’ un lavoro sulla serialità e insistenza del tentare, dell’esercizio. Mentre sto scrivendo a proposito della perfezione e su come posso avvicinarmi a questa condizione, commetto errori, per questo non posso raggiungere il risultato che cercavo; il testo è inaccessibile perché le pagine sono strappate. Possiamo vedere solo le tracce lasciate dall’inchiostro e dal tempo, che diventano un codice dell’errore.
Livia Sperandio, Foligno (Italia) 1991. Nel 2010 dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia, indirizzo Beni ed Attività Culturali, dove si laurea nel 2013 con una tesi che affronta i problemi attributivi nei cicli pittorici cinquecenteschi.
Nel 2014 frequenta l’Accademia di Fotografia John Kaverdash a Milano, partecipando ai corsi di fotoritocco, tecnica fotografica di base e fotografia di moda.
E’ interessata alla fotografia come strumento per parlare del simbolo, degli oggetti e dei loro significati.
Studia anche il linguaggio del collage nelle sue differenti declinazioni. Questa tecnica ha la capacità di creare suggestioni partendo da un materiale che non è nostro e che è nato con un diverso scopo, per dargli una nuova vita e differenti significati, in un circolo inesauribile. Ora sta focalizzando la propria ricerca presso il Master di Fondazione Fotografia Modena.
