Il primo intervento che l’artista ha operato sul taccuino è concentrato sulla copertina. Porzioni di superficie sono state in parte asportate creando un gioco di “positivi e negativi” che conferisce ritmo alla copertina. Nella prima pagina l’artista ci da il benvenuto nel suo mondo che si rivela ben presto complicato e a tratti spaventoso. Una pagina interamente ricoperta di terriccio nero e chiodi arrugginiti con un riferimento al 2002, richiama alla mente la sanguinosa guerra civile esplosa in Costa D’Avorio tra i ribelli e l’esercito del presidente Gbabo, che ha seminato terrore in tutto il Paese per quasi un decennio. Altre illustrazioni invece raccontano il disastro ambientale della Probo Koala avvenuto nel 2006. Le sostanze tossiche trasportate dalla nave mercantile Probo Koala erano state illegalmente scaricate in una serie di discariche abusive alla periferia di Abidjan, i gas tossici sprigionati e l’inquinamento del terreno avevano causato diverse morti e numerosissime intossicazioni innescando una reazione a catena di conseguenze sull’ambiente e sulla popolazione non ancora risolte del tutto. L’artista ci racconta dunque un’identità spezzata che deve confrontarsi con orrori e difficoltà inimmaginabili, rischiarata però dalla preghiera, dall’arte e dal legame con la madre.
(il testo del concept è a cura di Raffaella Carillo)