“Il mio intervento per Moleskine è stato il consequenziale e naturale seguito della mia ricerca artistica. In questo caso ho considerato il taccuino non come il mezzo bensì il fine del fare artistico, rendendolo di fatto un discorso concluso in sé. Ho preso in esame il dubbio che si insinua nella figura dell’architetto-demiurgo il quale si interroga sui limiti del singolo e delle masse postmoderne. Il mio studio si sviluppa in direzioni opposte ma collegate: libertà personale e imposizioni sociali che insieme sviluppano una sorta di motore semiologico in cui l’opera pone la sua ragione d’essere.”
(Lecce, 1977) Vive e lavora a Berlino, Germania