890 sono i chilometri che, in treno, si percorrono per andare da Torino a Foggia; la tratta ferroviaria che da quattro anni percorro per tornare nella mia città d’origine: il taccuino è una raccolta di immagini e pensieri che appartengo a questi quattro anni che sono nati tutti sullo stesso treno, il Freccia Bianca 9807. Il percorso che si fa sfogliando il taccuino è un viaggio che non ha tempo e spazio ma rappresenta tutti i viaggi fatti verso la mia città di origine, tutti quelli che avrei voluto fare, ma non ho potuto e tutti quelli che farò. Ripercorrendo con la mente il tragitto so già cosa incontrerò lungo la strada, in questo modo il viaggio non è più un percorso fatto di binari e tempo ma diventa una vera e propria scoperta delle sensazioni che ogni tappa suscita e ha suscitato nel corso del tempo, stratificandosi. Il filo rosso rappresenta il percorso dei binari attraversando il taccuino dall’angolo alto della prima pagina a quello in basso a destra della tappa finale, scandendo così le quattordici stazioni in cui il treno ferma. Questo viaggio attraverso l’Italia non si ferma a Foggia ma rimane, sospeso, in attesa di una nuova stazione. Proprio per questo motivo il filo, alla fine, rimane sciolto e le pagine sono bianche: per tutti quei viaggi che devono ancora venire.
Clelia Rainone si è diplomata nel 2015 in Nuove Tecnologie presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. In seguito ha concentrato i suoi interessi nell’abito della fotografia, lavorando sia su pellicola che in digitale. Ha preso parte a progetti come “Incorporeo” (Fisad 2015, Accademia di belle arti di Torino), la mostra “Who Art you?” (Fabbrica del Vapore, Milano, 2015) e alla collettiva “Focus Latin America: Art is Our Last Hope” (Phoenix Art Museum, 2014). Nel 2015 intraprende il master biennale sull’immagine contemporanea presso la Fondazione Fotografia di Modena.