Nel marzo del 2008 l’oro arriva per la prima volta a superare il valore di 1000$ dollari, segnando così suo record storico. Il percorso che porta a questo picco inizia nell’agosto del 2007, data in cui il sistema finanziario globale inizia a cedere, per via dello scoppio della bolla immobiliare e i relativi mutui subprime. Ovviamente, ciò dovrebbe ribadire come questo metallo prezioso rimanga il bene rifugio per eccellenza, anche se questo posizionamento nel sistema economico è la conseguenza della sua separazione dal valore delle monete, avvenuto nel 1971. Di fatto, per creare gli enormi capitali a cui le news della crisi ci hanno abituati, non era possibile rimanere ancorati alle riserve auree possedute dagli stati. Nel 2001 si è calcolata una quantità di oro in circolazione pari a 140.000 tonnellate e facendo un rapido calcolo tenendo presente il suo record, arriviamo ad un valore che si aggira intorno ai 5 trilioni di dollari. Invece i derivati di tutto il mondo in una recente ricerca, dovrebbero ammontare ad una cifra che sta in mezzo ai 600 e i 1500 trilioni. È impossibile quindi pensare di usare un microscopico paracadute per frenare una montagna che precipita. Per questo avviene una paradossale metamorfosi di questo metallo, da valore come bene rifugio si trasforma in un bene che si rifugia tra i valori. Come se tutto l’oro del mondo, fosse diventato un enorme gioiello a ornamento della ricchezza globale. Un Cadeau. Come tale viene mappato nel mio lavoro, con l’accezione di simbolo della ricchezza più che come valore, utilizzando le pagine della Moleskine come un diario quotidiano che racconta il suo percorso nell’anno nero della crisi.
(Reggio Calabria, 1979) Vive e lavora a Milano
I lavori di Angelo Sarleti (video, fotografie, progetti grafici) concentrano la propria attenzione sul rapporto percettivo tra soggetto e realtà, su come le forme del guardare si inscrivono dentro lo spazio sociale e su come finiscono poi per costruire la differenza culturale o l’idea dell’alterità. Se in una prima fase, i lavori video offrono una riflessione sulla sorveglianza ed il voyeurismo, nei lavori piu’ recenti, Sarleti si pone come intermediario di senso fra la statistica, l’infografica, gli archivi e il gesto del dipingere. Un pittore nel paesaggio ha bisogno di conoscere quello che vede, l’atteggiamento e’ identico nei secoli, che il paesaggio informativo sia botanico o statistico, che la veduta sia cavalleresca o infografica, quel che compete ad un artista resta lo stesso – conoscere quello che rappresenta. Tra i suoi più recenti e significativi progetti espositivi, le personali MAMMONA (2012), Billionaires (2009) e Not here (2006), realizzate presso la galleria ARTRA di Milano. Nel 2011 Angelo Sarleti si è inoltre occupato di realizzare e curare le infografiche per l’annuario scientifico dell’IRCCS Fondazione Don Gnocchi, Milano.