Questo taccuino appare come un flusso di coscienza in cui l’artista esprime tutti i suoi pensieri riguardo all’Africa accompagnandoli da illustrazioni che, proprio come le parole, saturano le pagine lasciando il fruitore senza fiato. Il primo capitolo “C’est Afric” è dedicato alle origini religiose dell’Africa che è stata nel corso dei secoli oggetto di numerose predicazioni a partire da Maometto fino a Cheikh Amadou Bamba Khadim Rassoul. Il Secondo “Natural” affronta i problemi legati all’ambiente. Ad esso fa seguito una lunga dissertazione sui concetti di democrazia e libertà, mentre l’ultimo capitolo è dedicato al “Bien Comun”. Le illustrazioni di questo taccuino non si limitano a rispecchiare ciò che è già stato detto tramite le parole, ma hanno il compito di aggiungere significato e suggestione alla scrittura. Tutte realizzate con i pastelli a olio spaziano da immagini evocative, come il ritratto del profeta in preghiera sotto ad un albero, a mappe concettuali che consentono di riportare in una veste grafica i passaggi mentali compiuti dall’autore. Di grande impatto è la rappresentazione del castigo inflitto alla popolazione Ad. Gli Ad non avevano creduto alle predicazioni del profeta Houd ed erano dunque stati puniti da Dio con una lunga siccità. Per porre rimedio alla loro condizione, gli Ad celebrarono un sacrificio di uomini sulla cima di una montagna, ma questo non placò la collera divina che mandò verso di loro una nuvola nera colma di un vento devastatore.
(il testo del concept è a cura di Raffaella Carillo)