Nation25, AMM, OSF
Tema:"Nomadismo dell’immaginazione e nomadismo della paura"
Conductor:Emilio Fantin
Il workshop AtWork Lab Venezia ha avuto luogo dal 26 al 28 ottobre 2015 presso S.a.L.E. Docks – Magazzini del Sale, nell’ambito del Nationless Pavilion Laboratory: una serie di laboratori di arte contemporanea della durata complessiva di dieci giorni, curati da Nation25 a Lecce e a Venezia. Obiettivo dei laboratori è stata la creazione di un’installazione collettiva, realizzata il 31 ottobre 2015 presso S.a.L.E Docks, che rappresentasse la “Nazione 25” con tutte le sue problematiche e possibilità. Il workshop AtWork di tre giorni, dal titolo Nomadismo dell’immaginazione e nomadismo della paura, ha coinvolto artisti, creativi e professionisti che si occupano di temi legati alla migrazione e alle questioni post-coloniali, oltre a soggetti con esperienze dirette di migrazione. Il workshop ha infatti visto la partecipazione di richiedenti asilo e rifugiati provenienti dallo SPRAR-GUS di Castrì (LE), Coop Camelot di Ferrara, Civico Zero di Roma e Progetto Fontego-SPRAR di Venezia. AtWork Lab è nato grazie alla comunione di intenti e alla collaborazione tra le curatrici di Nation25 – Sara Alberani, Elena Abbiatici e Caterina Pecchioli – e l’Archivio delle memorie migranti (AMM), in partnership con Moleskine Foundation e Open Society Foundation.
“Attualmente, nel mondo, più di 51,5 milioni di persone fuggono dai loro Paesi d’origine e vivono lontani dalle loro case a causa di guerre e violenze. Se li vedessimo come uno Stato, sarebbero la 25ª nazione al mondo”
Nation25
Nation25 segna quel gesto immaginario e necessario che prende in considerazione il popolo dei rifugiati dal punto di vista territoriale e dei diritti umani. Considerarli la 25ª nazione al mondo ci dà la possibilità di mettere in discussione il concetto di Stato-Nazione attraverso le contraddizioni eclatanti che esso esercita.
Il workshop è stato condotto da Emilio Fantin, artista italiano che concentra la sua pratica su tematiche che riguardano la comunicazione, il tempo, il rapporto tra arte e natura e il sogno come area non geografica in cui si generano dinamiche d’incontro e di scambio. AtWork Lab Venezia ha affrontato il tema del nomadismo in due direzioni: nomadismo dei pensieri (immaginazione) e nomadismo del corpo (migrazione), indagando il dialogo tra l’immagine interna e quella esterna, che abita nuovi territori, spesso incomprensibili o ostili, nei quali cerca di orientarsi. Un lavoro che inizia dalla realtà, percorre i sogni e restituisce all’esterno le proprie immagini.
“A prendere forma è un processo di condivisione in cui la parola si fa strumento per un’immagine che non si perde nell’immanenza della visione ma attiva quella tensione necessaria a tenere viva l’immagine interiore, non figurata. Un’immagine che funzioni come guida, da non restituire per forza alla dimensione fisica della visualità.”
Melania Fusco, partecipante AtWork Lab Venezia
Emilio Fantin è un artista italiano che concentra la sua pratica su tematiche che riguardano la comunicazione, il tempo, il rapporto tra arte e natura e il sogno come area non geografica in cui si generano dinamiche d’incontro e di scambio. Utilizza spesso la pratica laboratoriale all’interno della sua ricerca multidisciplinare. Ha partecipato a diversi incontri e appuntamenti internazionali, tra cui PS1 Selection, Cittadellarte (Biella); la 49ª Biennale di Venezia; Documenta13 (Kassel).
Emilio Fantin ha guidato i partecipanti alla scoperta della loro dimensione visiva interna, quella onirica, capace di superare ogni differenza di linguaggio, contesto, storia personale e provenienza geografica. L’esperienza ha preso il via con la presentazione di ciascun partecipante attraverso un oggetto, un testo, un’immagine, una canzone o un video che li rappresentasse. Dopo questo momento di racconto personale, il workshop si è spostato dalla realtà esterna a quella interna, attraverso la condivisione di ricordi e immagini oniriche e la ricerca di un’immagine interiore comune: una frase capace di stimolare la visione oltre le possibilità dello sguardo, direttamente all’interno della mente. Come risultato di questo processo, i partecipanti hanno realizzato un taccuino collettivo che è divenuto parte della collezione di taccuini d’artista di Moleskine Foundation. Oltre al lavoro collettivo, alcuni tra i partecipanti hanno scelto di realizzare dei taccuini individuali.
“Sognare estende l’orizzonte del possibile e dell’esperienza comune”
da “L’immagine interna” creata collettivamente dai partecipanti
“Nation 25 Under Construction” è un’installazione collettiva, frutto della serie di laboratori di arte contemporanea del Nationless Pavilion.