Ho trattato le pagine come se fossero un prolungamento del nostro corpo. La carta diventa pelle, metafora della nostra interiorità, entrambe in grado di assorbire e reagire a ciò che ci accade. Quando qualcosa lascia una traccia molto profonda in noi essa permane nel tempo. La carta risponde con un’eco che piano piano svanisce, si fa sempre più lontano. Tutto ciò che vediamo è questo eco, il riflesso di qualcosa che è avvenuto, tutto ciò che rimane.
Sara Savorelli è nata a Rimini nel 1991, vive e lavora tra Modena e Ravenna. Ha studiato fotografia e si è laureata presso la Libera Accademia di Belle Arti di Rimini con una tesi sul viaggio metaforico in arte e in fotografia (2014). Ora frequenta il master Fondazione Fotografia Modena, prendendo recentemente parte a un programma di scambio di studenti con il Royal College of Art di Londra (2016). Sara è interessata al vuoto che ci separa dal nostro oggetto del desiderio, una distanza che può essere fisica o interiore. Ella utilizza diversi mezzi per riempire quel vuoto come immagini in movimento, fotografia e performance, preferendo sempre il processo al risultato finale.