Ho portato la Moleskine sempre con me per tre mesi. Abbiamo visitato luoghi che non avevo mai visto prima, lasciandomi sempre affascinare dalle novità. Il viaggio è cominciato attraversando la Germania in autostop con un ragioniere belga, con una mamma americana sostenitrice di Obama (come ci ha ripetuto più volte) e con un sub colombiano. L’orso in carne ed ossa al centro di Berlino mi ha lasciata perplessa. E poi, piscine pubbliche. Foreste. Compagnie aeree turche. Mercati di pesce. Moschea Blu. Torre Eiffel. Gatti randagi. Luci rosse. Bratwurst. Zanzare Special K. Pioggia. Conigli che predicono il futuro. Noccioline tostate. Niente pioggia. Pannocchie arrostite. Tè alla mela. Zanzare. Metro. Litigi fra cani rognosi. Tapas. Scarpe di legno giganti. U-bahn. Un caffè non troppo irlandese su un freddo marciapiede bagnato di pioggia. Macchine lente. Una vista che ti fa desiderare di non scendere mai più dalla terrazza dell’albergo. Tram. Cani dietro le finestre. Una scodella con centinaia di pesciolini da mangiare. Un canale pieno di cigni che si nutrono di immondizia. Il Grand Bazaar. Il traffico. Il caffè più buono del mondo. Viaggi in treno senza fine. Crêpes alla nutella con una vista commovente. Waffle. Musica techno in taxi, così forte che mi massaggiava la schiena. Mercati di spezie. Un altro orso. Puzza di sudore. Furetti in vendita. Relax.*
*La mia Moleskine si presenta alla fine come un oggetto rovinato, saturo – che illustra, o meglio, non illustra un viaggio attraverso famose destinazioni turistiche (Parigi, Barcellona, Berlino, Amburgo, Bruxelles, Antwerp, Bruges, Rotterdam, Amsterdam, Istanbul). Questi luoghi sono frequentati da così tanti turisti che la maggior parte delle loro rappresentazioni diventano in qualche modo blasé. Invece che una rappresentazione letterale o grafica di questo viaggio, il mio taccuino intende rievocarne la memoria, svelandone immaginazioni, curiosità e incertezze.
(1984, Pretoria, Sud Africa) Vive e lavora a Gent, Belgio
Cerco di personalizzare il mio rapporto con le attività quotidiane, con gli oggetti inanimati, i luoghi, gli odori, le persone, gli animali, gli spostamenti e il tempo, in un modo che metaforicamente potrebbe rappresentare la mia adesione o il mio rifiuto rispetto alle situazioni che vivo. Contemplo il presente e il futuro, guardando a ciò che non conosco e al contempo rispettando e ricercando il passato, senza però mai desiderare che esso ritorni o mi trattenga dall’andare avanti. Sono alla costante ricerca del modo più appropriato o necessario per esprimere tutto questo artisticamente. Dubitando, sbagliando e ricominciando ogni volta da capo.