"What comes first?"
Conductor:Simon Njami
“Ho imparato ad avere fiducia nel processo, e che nel processo, non siamo mai soli.”
Brixhilda Shqalsi
AtWork Milan Chapter 19 è stato implementato da Moleskine Foundation in collaborazione con BASE Milano. È stato il primo evento ad inaugurare questa partnership, da quando la Fondazione ha sede a BASE da novembre 2021.
Il workshop è stata la prima tappa del Tour 2022 “What comes first?” e il primo evento in presenza dall’inizio della pandemia Covid19 nel 2020.
Simon Njami sul tema del workshop:
È in corso un dibattito tra Jean-Paul Sartre e Albert Camus su scelte e responsabilità. Alla domanda su quale sarebbe stata la sua scelta tra sua madre e il suo paese, Camus ha risposto senza alcuna esitazione, mia madre.
Certo, Sartre, che anteponeva l’idea e la causa a tutto, non era d’accordo. Ci troviamo di fronte, quotidianamente, a scelte critiche che ci obbligano a prendere una posizione o ad agire. Il modo in cui decidiamo cosa viene prima non è mai così fisso come per Sartre e Camus. Ci sono momenti in cui faremmo scelte diverse e sceglieremmo priorità diverse, a seconda della situazione. Ma la realtà è che è una domanda a cui non saremo mai in grado di rispondere con nostra piena soddisfazione. È come cercare di rispondere alla domanda impossibile: cosa è venuto prima, tra l’uovo e la gallina. Aristotele ha cercato di azzardare una soluzione: “il dominio del divenire è opposto a quello dell’essenza, perché ciò che è posteriore nell’ordine generazionale è, per natura, anteriore e ciò che viene prima per natura è ultimo nell’ordine generazionale”.
Nel frattempo, è insorto il Coronavirus cambiando le priorità, costringendo alcuni di noi a vivere in un’emergenza che ha oscurato la nostra visione del futuro e ogni riflessione fuori dalla routine. È urgente per tutti noi recuperare questa capacità di pensare al di fuori di contingenze eccezionali.
Il workshop si è svolto presso BASE Milano dal 24 al 28 gennaio 2022 ed è stato condotto dall’advisor di AtWork Simon Njami. Sotto la sua guida, 17 giovani menti creative si sono riunite per dibattere, criticare e scambiare opinion, per scoprire cosa viene prima per loro.
Per una settimana giovani architetti, ballerini, ingegneri, studenti, artisti, registi si sono incontrati per godere di un’occasione di confronto. Quello che era iniziato come pensiero individuale si è rapidamente trasformato in uno scambio reciproco e in un processo di pensiero collettivo per analizzare le domande impossibili presentate.
Gli esiti creativi di queste riflessioni sono stati riversati su un taccuino da ogni partecipante e le 17 opere, che illustrano le risposte, sono state esposti al BASE come coronamento della prima tappa di AtWork Tour 2022.
“Personalmente possiamo dire, dopo aver visto i nostri lavori e quello che siamo diventati dopo questa settimana intensa, che non abbiamo avuto paura. Non avevamo paura di perderci nel labirinto delle risposte, di inciampare nel buio. Abbiamo guardato nell’oscurità e abbiamo lasciato che i nostri occhi si abituassero per vedere cosa rifletteva su di noi… Abbiamo avuto l’onestà di ascoltarci l’un l’altro e, a nostra volta, di essere ascoltati. Abbiamo osato aprire occhi, cuori e orecchie. E possiamo solo sperare di non perdere mai il coraggio di questi giorni. Ai futuri ancora da costruire, ai cambiamenti ancora da fare.”
Alice Mezzanotte e Lola Oludaware, editrici del catalogo AtWork Milano.
Simon Njami è un curatore indipendente, docente, critico d’arte e scrittore. È stato co-fondatore e direttore della rivista “Revue Noire” e direttore artistico della Biennale di fotografia di Bamako dal 2000 al 2010. Ha co-curato il primo padiglione africano alla 52ª Biennale di Venezia (2007) e numerose mostre di arte e fotografia contemporanea, comprese Africa Remix (2004-2007) e la prima fiera d’arte africana di Johannesburg nel 2008. La mostra The Divine Comedy, da lui ideata e curata, ha iniziato un tour mondiale al MMK (Museum für Moderne Kunst) di Francoforte nel 2014, proseguendo allo SCAD Museum of Art di Sa-vannah e allo Smithsonian Museum of African Art di Washington DC. Dirige inoltre il ma-ster PanAfricano in fotografia, un progetto concepito insieme al Goethe-Institut. È direttore artistico della Fondazione Donwahi di Abidjan, in Costa d’Avorio, consulente della Sindika Dokolo Collection (Luanda, Angola) e segretario della giuria speciale del World Press Photo Contest. È stato direttore artistico della prima edizione della Biennale Off del Cairo nel 2015 e delle edizioni 2016 e 2018 di Dak’Art, la biennale d’arte di Dakar in Senegal.
Superato il dibattito tra Sartre e Camus, i partecipanti hanno avuto la possibilità di guardarsi dentro e la questione tematica è diventata spunto per riflessioni più profonde.
“Sembra una domanda così semplice. Cosa viene prima? Ma da questo punto ne abbiamo esplorati tanti altri altrettanto difficili da rispondere. Perché diamo valore a ciò che facciamo? Per cosa ci stiamo battendo? E come possiamo davvero realizzare i nostri sogni? Quanto la storia ci ha influenzato e come vediamo il mondo? Possiamo imparare da esso, per vedere chi ha provato prima di noi? Per vedere dove vogliamo fare rima nella sua poesia eternamente commovente?”
Dichiarazione delle editrici Alice Mezzanotte e Lola Oluwadare
Quando sono stati distribuiti i taccuini ai ragazzi il processo di riflessione è passato alla fase creativa fornendo il supporto fisico ad infinite opzioni per esprimere la loro creatività. Il risultato ha portato alla creazione di pezzi unici, che riflettono il modo in cui i giorni di discussioni e dibattiti hanno influenzato i partecipanti.
“Ogni opera ha avuto una gestazione profonda, legata alla sfera più intima di ciascuno di noi. Quello che presentiamo qui è uno specchio dei nostri dubbi e delle nostre esigenze, che sono sempre legate a un presente che stiamo attraversando, e quindi costruendo”.
Dichiarazione a cura di Matteo Zoccolo e Stanislao Satta
I partecipanti hanno anche avuto la possibilità di presentare progetti a loro cari che desiderano portare alla luce o portare avanti grazie a un ritrovato senso di creatività e attitudine al cambiamento.
Per estendere la discussione al grande pubblico, il 27 gennaio a BASE Milano abbiamo organizzato una conversazione aperta al pubblico con Adama Sanneh, CEO Moleskine Foundation, e Simon Njami. Partendo dalla domanda “What comes first?” si è discusso dell’importanza dei modelli educativi non convenzionali per sbloccare il potenziale creativo dei giovani di tutto il mondo.
“Ogni opera ha avuto una gestazione profonda, legata alla sfera più intima di ciascuno di noi. Quello che presentiamo qui è uno specchio dei nostri dubbi e delle nostre esigenze, che sono sempre legate a un presente che stiamo attraversando, e quindi costruendo.”
Dichiarazione a cura di Matteo Zoccolo e Stanislao Satta.
Le creazioni di AtWork Milano esposte a BASE Milano sono il risultato di questo processo di autoriflessione attraverso il quale tutti hanno scoperto what comes first: Amore, Dialogo, Tempo, Ascolto, Esperienza, Relazioni. Questi sono solo alcuni dei temi riflessi nei 17 quaderni trasformati e ora carichi di un significato profondamente personale.
La mostra è stata inaugurata il 31 gennaio ed è rimasta in esposizione fino al 18 febbraio.
Il catalogo, realizzato dai partecipanti, presenta le opere e spiega i loro significati.