“I Had a Dream”
Conductor:Simon Njami e Andrew Tshabangu
“Vogliamo occuparci di sogni utili, sogni che possono diventare realtà. Seguendo l’esempio di tutti coloro che attraverso i propri sogni sono riusciti a cambiare il mondo, è importante che i giovani prendano ispirazione e capiscano che, se ci si impegna, un sogno utile può trasformarsi in realtà”
Simon Njami, leader di AtWork Harare
AtWork Harare Capitolo 13 è stato realizzato da Moleskine Foundation in partnership con la National Gallery of Zimbabwe, che ha ospitato il workshop.
È stata la quarta e ultima tappa del Tour AtWork 2018 “I Had a Dream”.
Come afferma Simon Njami, “Si tratta di una scuola di libertà e impegno sociale. Perché nessun cambiamento può essere attivato da un solo individuo. Se Nelson Mandela, Mahatma Ghandi o Martin Luther King – per nominare solo alcuni dei più grandi sognatori – sono riusciti nella loro impresa, è soprattutto perché sono stati in grado di convincere altri al di fuori di sé. È ora di dire ai giovani che rappresentano il nostro futuro che non bisogna essere fatalisti. Qualunque sia la realtà in cui siamo nati, è ciò che facciamo che determina ciò che realmente siamo. In poche parole, ‘I Had a Dream’ è un invito ad agire, qui e ora”.
Condotto dall’illustre fotografo sudafricano Andrew Tshabangu, con lo speciale supporto del nostro advisor Simon Njami, il workshop si è tenuto ad Harare, nello Zimbabwe, dal 20 al 24 novembre 2018. Sotto la guida dei leader, 18 giovani talenti creativi provenienti da Zimbabwe, Sudafrica e Namibia si sono incontrati per discutere e confrontarsi in maniera critica sui propri sogni. Il risultato creativo di questa riflessione è stato elaborato da ciascun partecipante sul proprio taccuino. I 18 progetti ispirati al tema del sogno saranno esposti in una mostra internazionale finale, dedicata al Tour “I Had a Dream”, che si terrà nel 2019.
“Per molti di noi questo è solo l’inizio, l’avvio di un profondo percorso di riflessione, introspezione e meditazione”
Olivia Botha, partecipante AtWork Harare
Simon Njami è un curatore indipendente, docente, critico d’arte e scrittore. E ‘stato il co-fondatore e capo redattore della “Revue Noire“, direttore artistico della Biennale di fotografia di Bamako fotografia per dieci anni. Ha co-curato il primo padiglione Africano alla 52 ° Biennale di Venezia, nel 2007, e numerose mostre di arte e fotografia contemporanea, comprese Africa Remix (2004/2007) e la prima fiera d’arte africana, a Johannesburg nel 2008. La mostra The Divine Commedy, da lui ideata e curata ha iniziato un tour mondiale al MMK (Museum fur Moderne Kunst ) di Francoforte nel 2014, proseguendo allo SCAD Museum of Art di Savannah e lo Smithsonian Museum of African Art in Washington, DC. E’ direttore del master PanAfricano in fotografia, un progetto che nasce con il Goethe Institute. E’ direttore artistico della Fondazione Donwahi, di Abidjan, in Costa d’Avorio, consigliere del Sindika Dokolo Collection, segretario della giuria speciale del World Press Photography Awards. E’ direttore artistico della prima edizione della Biennale Off del Cairo (2015) e dell’edizione 2016 di Dak’Art, la biennale d’arte di Dakar, Senegal, la prima e più importante del continente africano.
Andrew Tshabangu è un fotografo Sudafricano, nato a Soweto nel 1966. La sua fotografia è stata esposta internazionalmente in numerose esposizioni. Tshabangu è rinomato per la sua surreale illuminazione fumosa, e per la documentazione dei rituali della comunità nera nell’Africa urbana. Tshabangu rivendica il fascino dell fotografare gli interni degli spazi abitativi senza la presenza fisica degli abitanti.
Nel 2015 ha partecipato alla mostra “La Divina Commedia: Paradiso, Purgatorio, Inferno, rivisitata da Artisti Contemporanei Africani ( Museo Scad, USA & Moderne Kunst Frankfurt/Main (MMK), Francoforte, Germania). All luce dei fatti, Tshabangu ha affermato che il suo lavoro era già in precedenza un riflesso dell’idea dantesca di inferno, paradiso e purgatorio, e della religione in genere.
Tshabangu è rappresentato da MOMO Gallery ed esposto internazionalmente.
Andrew è venuto in contatto con AtWork nel dicembre 2016 durante Addis Foto Fest e successivamente lo abbiamo invitato a condurre il Capitolo di Harare.
“I sogni sono la molla che ci spinge a liberarci dalla condizione in cui ci troviamo”.
Simon Njami
Il workshop si è svolto presso la National Gallery of Zimbabwe, dove i partecipanti hanno discusso dei loro sogni, della loro unicità in quanto esseri umani, delle loro aspirazioni personali e professionali. A contraddistinguere l’esperienza di Harare è stata la sessione “Training of Trainers”, condotta da Simon Njami il giorno prima del workshop alla presenza di noti artisti ed educatori locali, che potrebbero diventare futuri leader AtWork. Gli interessati hanno poi assistito al workshop per osservare da vicino il processo di implementazione del format, partecipando attivamente alla sua realizzazione. Gli studenti hanno quindi avuto l’opportunità di essere guidati e assistiti da talenti locali come Berry Bickle, Kudzanai Chiurai, Dana Whabira, dalla responsabile dei programmi educativi della National Gallery of Zimbabwe, Fadzai Muchemwa, e dalla curatrice dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (MOCAA), Tandazani Dhlakama. Lo scambio tra artisti e partecipanti ha arricchito così l’esperienza e ha dato vita a un’entusiasmante varietà di elaborazioni creative realizzate sulle pagine dei taccuini.
“La scoperta dell’identità avviene attraverso la presa di coscienza dei muri da abbattere affinché la trasformazione possa realizzarsi. Questi muri possono essere un ostacolo sia mentale che fisico. Prendere coscienza dei propri sogni è il primo passo per poter essere liberi”.
Dal testo curatoriale della mostra di AtWork Harare “I Had a Dream” di Edzai Nyakunu e Tashinga Majiri.
I taccuini Moleskine creati dai partecipanti durante il workshop sono stati esposti presso la National Gallery of Zimbabwe. La mostra si è svolta dal 26 novembre 2018 al 7 gennaio 2019 ed è stata co-curata dagli stessi partecipanti sotto la supervisione di Simon Njami. A corredo della mostra, è stato pubblicato un catalogo speciale dedicato ai taccuini realizzati dai partecipanti e ai sogni che li hanno ispirati.